In vista del referendum confermativo della riforma costituzionale pubblichiamo alcuni articoli e documenti che possano aiutare nel personale discernimento tra “si” e “no” a pochi mesi dal voto.

“Tutti, come cittadini, dobbiamo avvertire la responsabilità di votare al referendum in maniera consapevole. referendumLa Costituzione è il terreno comune del nostro convivere: un insieme di regole, principi e valori in cui tutti dobbiamo riconoscerci e, proprio per questo, ogni cambiamento di essa dovrebbe essere valutato con particolare attenzione e prudenza, con coscienza e libertà di giudizio. Anche quando sembra ostico orientarsi in maniera chiara, univoca, priva di dubbi, non solo per l’oggettiva complessità e, per certi versi, la “tecnicalità” della materia, ma anche, o forse soprattutto, per la difficoltà a districarsi tra prese di posizione, polemiche, slogan che molto spesso non aiutano a capire, ma concorrono piuttosto a confondere le idee.
Proprio da questo punto di vista vale la pena sottolineare un primo profilo problematico della consultazione referendaria che abbiamo davanti. Sappiamo bene che ogni referendum è inevitabilmente destinato, per sua natura, a essere “politicizzato”, assumendo i contorni di un giudizio che non coinvolge solo la questione al centro della consultazione, ma, per forza di cose, si riverbera anche sulle forze politiche schierate per il sì o per il no e soprattutto, in questo caso, su coloro che della riforma si sono fatti promotori. Ma aver voluto assolutizzare il valore politico di questa votazione a prescindere dall’oggetto del contendere e continuare a insistere, da una parte e dall’altra, nel trasformare a tutti i costi il voto sulla riforma solo e soltanto in un plebiscito pro o contro il Governo vuol dire non solo tradire nel profondo il significato alto della principale forma di democrazia diretta che i costituenti hanno voluto mettere a disposizione dei cittadini – il referendum, appunto – ma ancor più svilire il valore stesso della Costituzione, facendone un puro e semplice campo di battaglia su cui giocare in maniera strumentale le proprie carte per perseguire scopi di parte. Così come risulta mortificante ridurre il senso di una riforma ampia e complessa, che va a incidere in maniera profonda sulle procedure e le garanzie che regolano la nostra democrazia, a un contenimento dei costi della politica, oppure, all’estremo opposto, attribuire alla riforma in discussione una carica salvifica o una pericolosità antidemocratica che vanno ben al di là dell’effettiva portata dei cambiamenti che verrebbero introdotti.”

Da “L’AC e il referendum: l’importanza di generare processi” di Marco Truffelli (Presidente Nazionale Azione Cattolica Italiana) – Azionecattolica.it/riforma costituzionale

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