COME VIVERE LE FEDE NELLE PARROCCHIE SEMPRE PIU MULTIETNICHE?

L’ARCIVESCOVO DELPINI INDICE IL SINODO MINORE SU «LA CHIESA DELLE GENTI» 

MONS. BRESSAN: «AVREMO UNA DIOCESI  PIÙ CONSAPEVOLE E PIÙ CAPACE DI TRASMETTERE FIDUCIA PER IL FUTURO».

Cosa è il Sinodo

Il Sinodo diocesano è l’assemblea di sacerdoti e di altri fedeli della Chiesa particolare, scelti per prestare aiuto al Vescovo in ordine al bene di tutta la comunità diocesana. Nella storia della Diocesi ambrosiana ne sono stati convocati 47. L’ultimo, indetto dall’allora arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini, durò due anni, dal ’93 al ’95 ed è quello in vigore ancora oggi e normativo per la Chiesa di Milano.

Cosa è il Sinodo minore

Coerentemente con le indicazione di Papa Francesco per «una Chiesa dell’ascolto», in cui «ascoltare è più che sentire» perché «ciascuno ha qualcosa da imparare» (discorso per l’anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015), l’Arcivescovo Delpini ha ritenuto opportuno convocare un Sinodo, definito minore, perché non tratterà tutti gli aspetti della vita della Chiesa, come accadde in quello precedente appunto, ma un solo tema, rimandando ad altri possibili sinodi la trattazione dei diversi argomenti.

Che cosa si intende aggiornare

Il Sinodo “La Chiesa della genti”, in particolare, aggiornerà quanto contenuto nel capitolo 14 del 47° Sinodo intitolato “Pastorale degli esteri”. La stessa definizione di quel campitolo risente del tempo passato, dal momento che per “esteri” si intendevano allora le persone di altre nazionalità, e che oggi, 22 anni dopo, sono invece parte per nulla marginale, delle stesse comunità

La Commissione di coordinamento

Per avviare il percorso, l’Arcivescovo contestualmente al documento di indizione che reca la data del 27 novembre 2017, ha costituito con decreto la “Commissione di coordinamento”. Tale commissione – presieduta da mons. Luca Bressan, affiancato nel ruolo di segretari da mons. Paolo Martinelli, vicario episcopale per i Consigli diocesani, e da don Alberto Vitali, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti – opererà con il contributo di 18 membri, tra cui 10 laici, e l’eventuale apporto di altri consulenti invitati dallo stesso presidente. Il ruolo della Commissione sarà di coordinare i lavori del Consiglio presbiteriale che riunisce i sacerdoti e del Consiglio pastorale diocesano che raccoglie i laici

Le tappe del cammino sinodale

Il Sinodo sarà presentato alla diocesi dall’Arcivescovo il 14 gennaio 2018, in occasione della giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Dal quel momento partirà la fase dell’ascolto durante la quale i presbiteri (nei decanati) e i fedeli (nei consigli pastorali decanali e parrocchiali) porteranno la propria riflessione. Al termine di questa fase che si concluderà a Pasqua (1 aprile 2018), la Commissione raccoglierà i contribuiti nello strumento di lavoro. Sulla base di questo documento i Consigli pastorale e presbiteriale delineeranno le proposizioni, vale a dire le norme giuridiche, che saranno promulgate dall’Arcivescovo. I lavori si concluderanno sabato 3 novembre 2018, vigilia della festa liturgica in onore di San Carlo Borromeo, pastore della chiesa ambrosiana che indisse i primi 11 sinodi diocesani.

L’esito del cammino

«L’esito sarà una Chiesa maggiormente consapevole della propria cattolicità, impegnata a tradurre questa consapevolezza in scelte pastorali condivise e capillari sul territorio diocesano – sottolinea il presidente della Commissione di coordinamento, mons. Luca Bressan -. Una Chiesa dalle genti che con la propria vita quotidiana saprà trasmettere serenità e capacità di futuro anche al resto del corpo sociale. Avremo infatti strumenti per leggere e abitare con maggiore spessore e profondità quella situazione sociale e culturale molto complessa che spesso definiamo in modo già linguisticamente riduttivo come “fenomeno delle migrazioni”»