SAN PIETRO in Silvis
L’edificio, come si presenta ancor oggi, è il risultato dell’ampliamento rinascimentale (fine sec XV ed inizi del XVI) di un’originaria cappella romanica, di cui fu inglobata tutta la facciata sud e la facciata, e la cui costruzione probabilmente risale alla fine del sec XI o all’inizio del successivo: il paramento in pietra a vista presenta intenzionali stilature e sulla parete sud ci sono resti di archetti pensili ciechi. Le prime informazioni certe dell’esistenza della chiesa, però, risalgono al sec XIII.
La chiesa ora ha una lunghezza di 16,20 metri ed è larga 8,35 metri; le murature romaniche, in pietre e ciottoli disposti accuratamente, hanno uno spessore di circa 60 cm, mentre le rinascimentali di 75 cm e risultano eseguite in maniera più irregolare. La sacrestia fu aggiunta alla fine del XVI secolo.
Per Induno, rappresentò la parrocchiale, fino all’edificazione, iniziata verso il 1564, della chiesa di San Giovanni Battista, collocata in posizione più centrale rispetto allo sviluppo del nucleo abitativo.
La struttura è semplice nelle sue linee. La facciata, con tetto a capanna, presenta ancora una porzione dell’intonaco che la rivestiva.
E’ sempre meno leggibile l’affresco votivo della Madonna con Bambino e Santi (primo quarto del XVI secolo): a sinistra in una scenografica colonna, San Cristoforo, protettore dei viandanti, al di là, la Madonna tra San Rocco e un santo vescovo, forseS, Biagio.
Il portale, architravato e con lunetta soprastante, è in pietra di Viggiù; nella cornice sono inseriti i due eleganti capitelli rinascimentali. In posizione centrale, sotto il colmo, si apre un oculo rinascimentale.
I restauri hanno dato risalto alle monofore romaniche ed è stata rimessa in luce anche la parte della porta romanica.
Sul pavimento interno è stato riprodotto, variando la disposizione delle mattonelle, il perimetro dell’antico edificio ad aula unica, con abside semicircolare.
Nella parte meridionale fu aperta, attorno alla metà del trecento, una porta che dava accesso all’area cimiteriale esterna. Durante l’ampliamento rinascimentale, di cui abbiamo notizia dalla visita pastorale di Gabriele Sforza nel 1455, fu innalzata la nuova costruzione del campanile, inglobandolo nell’angolo sinistro.
In epoca borrmaica la chiesa di San Pietro era dotata di ben quattro altari. Nel 1751 la dedicazione comprendeva anche San Paolo: infatti, entrambi i santi sono rappresentati ai lati della crocifissione affrescata sulla parete in fondo all’abside.
Proprio agli affreschi si deve oggi l’importanza della chiesa che nel tempo ha subito diverse traversie a causa dell’incuria e dell’abbandono, di interventi troppo invasivi e di avvenimenti fortuiti che come lo scoppio della polveriera di Arcisate (4 marzo 1948).
L’edificio, già dichiarato monumento nazionale nel 1912, fu sottoposto a diverse campagne di restauro: le più importanti quelle degli anni 1934-1935 e del 1980 e 1988; gli ultimi del 1997.
Gli affreschi sono realizzati in più strati di non facile lettura, perché si sono sovrapposti cancellando parzialmente i sottostanti; in più, oltre alle ingiurie del tempo, hanno subito restauri penalizzanti. Anche la datazione non è agevole, se non in un caso in cui compare la data.
Il più antico è l’affresco mutilato dell’Adorazione dei Magi (prima metà del XIV secolo), sulla parete sud.
Accanto, oltre l’antica porta che dava sul cimitero, trovano porto una Sant’Elena (1355-1360) e una Madonna del latte con un santo (prima metà del XIV secolo); nella fascia soprastante la Madonna in trono, con santi e donatori (datata 1376): a sinistra S. Antonio Abate e Santa Caterina con donatore, a destra l’affresco è mutilo e si vede una parte di due donatori inginocchiati.
La fascia inferiore continua con gli affreschi di: due santi (lacunoso), S. Antonio Abate (fine del XIV ed inizio del XV secolo), una Madonna con Bambino (sul contrafforte) databile al primo quarto del XVI secolo, come pure la seguente teoria di quattro santi, San Biagio, San Vittore (o Gemolo?), Sant’Agata e Santo Stefano (o Lorenzo?).
Ai lati dell’arco santo, dove si trovano i due altari, ci sono: a destra l’Altare delle Madonna, con, in alto al centro, una Imago Pietatis, (secondo o terzo decennio del XVI secolo), a sinistra San Martino dona il mantello al povero.
L’abside è occupata dalla Crocifissione con i due santi titolari (secondo o terzo decennio del XVI secolo).
Dello stesso periodo sulla parete settentrionale si trova la Madonna di Loreto e le Nozze mistiche i Santa Caterina con i santi Bernardo e Francesco, nonché un San Rocco.Sulla stessa parte sono appese due tele: San Pietro (prima metà del XVII secolo) e Filosofo (XVIII secolo).
Dal 2010 è stata aggiunta anche una statua della Beata Vergine Maria.La chiesa è sussidiaria della parrocchia di San Paolo Apostolo ed è usata per scopi religiosi, con la celebrazione di una S. Messa settimanale, per matrimoni e battesimi, nonché per eventi culturali.